È opinione ormai comune che l’innovazione digitale sia uno strumento sempre più presente nelle nostre vite, e che l’inizio dell’emergenza sanitaria Covid-19 abbia accelerato questo processo anche nell’ambiente culturale. Il panorama museale internazionale ha negli ultimi anni vissuto una trasformazione verso l’era digitale: i contenuti digitali aumentano la voglia di cultura in un pubblico che non sempre riusciva a superare la barriera dell’ingresso al museo. Il digitale, infatti, è più popolare: non solo non ha costi ma mette a proprio agio i neofiti. All’opposto, a chi era abituato alla presenza, il digitale toglie qualcosa ma, nel ritorno in presenza, avere avuto una precedente esperienza digitale “amplifica” l’emozione.
Nel 2020, l’inizio dell’emergenza Covid-19 ha accelerato il processo di digitalizzazione. L’interesse degli utenti per le attività online è decisamente aumentato, ma non basta ‘esserci’: si deve essere in grado di offrire contenuti di qualità basati sugli interessi dei consumatori culturali. Il pubblico si sta orientando verso una richiesta di contenuti sempre più on demand: questi non si raggiungono solo out-museum, ma anche in-museum rendendo l’offerta culturale sempre più personalizzata.
La trasformazione digitale non si può improvvisare. L’emergenza ha dato un impulso a molte iniziative, che vanno però continuamente mantenute e aggiornate: le strategie vincenti sul lungo periodo sono quelle più interattive e personalizzate, capaci di coinvolgere il pubblico con una proposta culturale sempre al passo con i tempi. Per questo motivo nel 2019 il Comitato CULTURA+IMPRESA e The Round Table hanno creato il progetto SMIM - Smart Interactive Museum, che affianca le aziende che vogliono comunicare in modo efficace il proprio Brand Heritage attraverso i loro Musei o Archivi d’Impresa. Grazie all’uso di tecniche e tecnologie digitali, il progetto ha lo scopo di rendere l’esperienza dei visitatori del Museo più coinvolgente e la comunicazione di contenuti web più efficace.
